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Il Faro di Punta Palascia, scopriamo la sua storia
Nei territori circostanti Capo d’Otranto si trova il Faro di Punta Palascia una località dove ammirare una vista mozzafiato, nota per essere il punto più orientale della penisola italiana.
Un’opportunità da non perdere se vi trovate in vacanza a Otranto.
La storia del faro
Punta Palascia è raggiungibile dalla strada litoranea che da Otranto porta verso Santa Maria di Leuca. Prima dell’attuale costruzione in questo stesso luogo, si trovava un’antica torre d’avvistamento risalente al XVI secolo.
L’edificio aveva la funzione di controllare le coste dalle incursioni dei pirati provenienti dalla Turchia. La struttura venne abbandonata, cadde in abbandono e nel 1869 fu del tutto rasa al suolo. Successivamente si realizzò il faro, gestito dalla Marina Militare Italiana, rimasto in funzione come stazione meteorologica fino agli anni ’70.
Nei primi anni del 2000 venne presentato un progetto d’ampliamento che prevedeva l’aggiunta di nuove costruzioni. L’episodio mobilitò la gente del luogo e numerose associazioni ambientaliste, che riuscirono a impedirne la realizzazione, ponendo l’intera area sotto tutela. Dopo questi avvenimenti si intraprese un’opera di ristrutturazione che ha visto il recupero dell’edificio. Attualmente il sito è monitorato dalla Comunità Europea, è uno dei 5 fari più importanti del Mar Mediterraneo e fa parte del Parco Naturale Regionale Costa Otranto S.M. di Leuca – Bosco di Tricase.
Il sentiero e la Struttura del Faro di Punta Palascia
Per visitare il faro si deve percorrere un sentiero molto apprezzato dagli appassionati di passeggiate e trekking. Il percorso è abbastanza facile, si snoda tra scogliere, strade di epoca romana e tratturi, rivelando scorci estremamente suggestivi, incorniciati dai profumi della tipica macchia mediterranea. Gli interventi di recupero intrapresi hanno coinvolto tutto l’edificio, compresi i piani bassi dove un tempo risiedevano i guardiani del faro insieme alle proprie famiglie.
Un’impresa lunga resa ancora più difficile data la posizione impervia del Faro di Punta Palascia.
L’imponente torre è realizzata in carparo, una pietra calcarenitica tipica di questi territori. Dalla terrazza si apre una vista unica e indimenticabile, tanto che nelle giornate serene sono visibili distintamente le coste dell’Albania. Le stanze e le sale interne, oggi, sono la sede del Museo di Ecologia degli Ecosistemi Mediterranei.
Un museo che racconta la natura
Il polo espositivo offre la possibilità di conoscere gli ecosistemi presenti in questi territori, attraverso un approccio innovativo e multimediale. Gli spazi museali accolgono mostre temporanee legate a diverse tematiche scientifiche, naturalistiche, ecologiche, archeologiche e artistiche. Inoltre, vengono organizzati degli appositi laboratori per i ragazzi di ogni età, per avvicinare il mondo della natura ai più giovani.
Le aree espositive hanno accolto la mostra “Lagune”, un racconto che narra l’evoluzione di questi ambienti naturali, modificati dallo scorrere del tempo. Un percorso che spiega le caratteristiche di questi particolari ecosistemi analizzando ad esempio: la laguna di Venezia, i Laghi Alimini, il delta del Po oppure il Mar Menor. Il museo è aperto solo su prenotazione ed è visitabile dal lunedì al sabato.
Curiosità e notizie
Oltre ad essere una località di grande rilievo paesaggistico, il Faro di Punta Palascia è un punto d’incontro per tutta la gente di questi territori. Infatti, è consuetudine aspettare l’alba del nuovo anno proprio in questo luogo, il punto in Italia che ogni giorno vede sorgere per primo il sole.
Inoltre, dal sentiero che conduce al faro è possibile avvicinarsi alla cosiddetta Grotta dei Cervi, un’affascinante testimonianza archeologica. Al suo interno è stato rinvenuto un ampio complesso pittorico risalente all’epoca paleolitica.